L'aquila
L'aquila assunse un ruolo molto importante per l'impero romano ed in modo particolare per le sue legioni che vedevano in quel simbolo la rappresentazione della forza e della potenza e quindi l'essenza stessa della loro identità.
"Le singole legioni, in quanto strutture stabili, acquistarono un'identità specifica che sovrastava e sopravviveva ai soldati che la componevano. Tale identità era rappresentata dall'aquila, diventata l'emblema in cui si concentrava la sua esistenza. Sul campo era conservata in una specie di cappella, costruita appositamente per lei, [...] ed era onorata con una devozione particolare in quanto "numen legionis", protettrice, accreditata presso divinità superiori, dell'incolumità della sua armata e favoreggiatrice delle sue vittorie. In un primo tempo fu d'argento, poi divenne d'oro e scintillava in cima ad una lunga pertica decorata con i più impensabili ornamenti. In custodia ce l'aveva il centurione "primus pilus", cioè il centurione capo e garantiva la continuità dell'armata come unità combattente. La sua perdita in battaglia bollava di ignominia i legionari sopravvissuti e poteva comportare, come conseguenza estrema, perfino lo scioglimento definitivo della legione che non aveva saputo difenderla" (da "Roma alla conquista del mondo antico" di Giuseppe Antonelli).
Tanti sono gli episodi che dimostrano il valore simbolico che l'aquila aveva per le legioni romane.
"Le singole legioni, in quanto strutture stabili, acquistarono un'identità specifica che sovrastava e sopravviveva ai soldati che la componevano. Tale identità era rappresentata dall'aquila, diventata l'emblema in cui si concentrava la sua esistenza. Sul campo era conservata in una specie di cappella, costruita appositamente per lei, [...] ed era onorata con una devozione particolare in quanto "numen legionis", protettrice, accreditata presso divinità superiori, dell'incolumità della sua armata e favoreggiatrice delle sue vittorie. In un primo tempo fu d'argento, poi divenne d'oro e scintillava in cima ad una lunga pertica decorata con i più impensabili ornamenti. In custodia ce l'aveva il centurione "primus pilus", cioè il centurione capo e garantiva la continuità dell'armata come unità combattente. La sua perdita in battaglia bollava di ignominia i legionari sopravvissuti e poteva comportare, come conseguenza estrema, perfino lo scioglimento definitivo della legione che non aveva saputo difenderla" (da "Roma alla conquista del mondo antico" di Giuseppe Antonelli).
Tanti sono gli episodi che dimostrano il valore simbolico che l'aquila aveva per le legioni romane.
Quello in cui un centurione, per cambiare le sorti della battaglia, scagliò la sua aquila nello schieramento nemico, sapendo che il desiderio di riconquistarla avrebbe trasformato i suoi soldati.
Oppure quello in cui un centurione di fronte alla disfatta del suo contingente, si preoccupa di salvare la sua aquila lanciandola al di là delle difese del suo accampamento.
Il valore simbolico dell'aquila è dimostrato anche dal fatto che derivazioni del suo nome venivano utilizzate per nominare luoghi di importanza militare: fu così anche per alcune città che avevano un valore di tipo strategico nella difesa dei confini dell'impero. Tra tutte queste citiamo, Aquileia, importante fortezza militare posta nel nord dell'Italia.
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